fbpx

Il cosiddetto bonus 200 € è una nuova misura istituita dal Decreto Aiuti con a quale il Governo tenta di compensare, seppur in una piccolissima parte , i rincari in bolletta e l’aumento del costo della vita dovuto è in ritardo.

I lavoratori autonomi hanno diritto al bonus 200 euro. Lo prevede il comma 33 del decreto Aiuti (DL  50/2022).
(Indennità una tantum anti-inflazione a favore di lavoratori, titolari di trattamenti pensionistici o di disoccupazione, prevista dal Decreto Aiuti (DL 50/2022) come misura di potenziamento del potere d’acquisto del reddito delle famiglie contro il caro prezzi.)

Per imprenditori individuali e professionisti a partita IVA iscritti alla gestione separata o agli ordini, però, non ci sono ancora le regole applicative, né i requisiti. Addirittura, non è ancora stato confermato neppure l’importo dell’indennità una tantum (che per gli altri lavoratori è di 200 euro).

Ma l’attesa per il pagamento è ancora lunga: il decreto attuativo necessario a stabilire ogni dettaglio è in avanzata fase di predisposizione al Ministero del Lavoro ma deve ricevere l’ok anche dal Ministero dell’Economia e delle Finanze prima di essere adottato.

Il testo del decreto attuativo, necessario a stabilire tutti i dettagli sulla formula del bonus 200 euro prevista per le partite IVA, doveva essere adottato entro la scadenza del 17 giugno 2022. L’articolo 33 del Decreto Aiuti, infatti, ha messo in campo 500 milioni di euro per garantire una indennità una tantum contro il caro prezzi anche a lavoratrici e lavoratori autonomi e professionisti e professioniste. Allo stesso tempo, però, la norma ha affidato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il ruolo di definire requisiti, importo, modalità di accesso al bonus: sono stati concessi 30 giorni per procedere. Dalla pubblicazione del Decreto Aiuti ad oggi è passato più di un mese e le partite IVA non hanno ancora ricevuto nessuna istruzione.

Ecco a chi (in teoria) spetta

  • Autonomi iscritti alla gestione separati (articolo 2, comma 26, legge 335/1995) esclusi i co.co.co;
  • Professionisti iscritti alle Casse di previdenza private;
  • Artigiani ed esercenti attività commerciali;
  • Coltivatori diretti, mezzadri e coloni;
  • Imprenditori agricoli a titolo principale;
  • pescatori autonomi, della piccola pesca marittima e delle acque interne.

Per autonomi senza partita IVA, invece, le regole sono quelle indicate dall’INPS, a cui bisogna fare domanda utilizzando l’apposita procedura online, già attiva sul portale dell’Istituto di previdenza, entro la scadenza del 31 ottobre. Per questi soggetti il riferimento è l’articolo 32, comma 15 (autonomi occasionali, senza partita IVA e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, con almeno un contributo mensile nel 2021, iscrizione alla gestione separata INPS attiva al 18 maggio).

  • Facebook
  • Twitter
  • LinkedIn

Commenti
Privacy Policy Cookie Policy
Share This