Apple ha lanciato una nuova campagna pubblicitaria volta a sensibilizzare i consumatori sul tema della Privacy, del tracciamento e sulla minaccia degli intermediari di dati, problema importante ma spesso non ben compreso dagli utenti.
“Privacy on iPhone | Data Auction” è il titolo del nuovo spot in cui la protagonista Ellie, mentre sceglie dei dischi in un negozio, si ritrova ad assistere ad un’asta in cui vengono venduti… i suoi dati: “La prossima vendita è un tesoro digitale: i dati privati dell’incantevole Ellie”. I “lotti a disposizione” sono le sue email, le transazioni, la cronologia di navigazione e delle posizioni, i suoi contatti, i messaggi scambiati “in tarda notte” e le informazioni sugli acquisti fatti.
E voi direte, era ora siamo stufi di essere tracciati e controllati. Già ma questo cosa vuol dire per un salone?
Senza entrare nei dettagli dei vari settaggi a disposizione, si pò scegliere per esempio di non fare tracciare la posizione oppure di non tracciare la cronologia della navigazione web o ancora se la mail viene visualizzata, aperta o meno.
Quello che importa è che più andiamo avanti e più le campagne di sponsorizzazione diventeranno sempre più complicate da fare.
Facebook aveva aperto le porte alle varie agenzie improvvisate o al fai da te per quanto riguarda la creazione di post sponsotizzati. Si accede a un pannello, si dice in che zona si vuole fare l’inserzione, a chi farla vedere (uomini, donne, età professione etc…) e si clicca ok assegnando un budget.
E così tutti parrucchieri (insieme a tutti gli altri) si sono dati a spendere sul circuito Meta di Zuckerberg visto che senza alcuna competenza si potevano ottenere dei risultati.
Oggi se ve ne siete accorti, il vostro budget Facebook che vi portava 10 clienti fino a un paio di anni fa, ve ne porta e sarà sempre peggio.
Per ora questo è un fenomeno dedicato al mondo Apple (che però rappresenta generalmente il cliente con più alta capacità di spesa)
In pratica ogni volta che si accederà il telefono acquistato o dopo un nuovo aggiornamento del sistema operativo vi comparirà il messaggio che possiamo tradurre con questa frase “vuoi consentire che ti traccino e sappiano tutto di cosa fai?”
Secondo vuoi la gente cosa sceglierà nella stragrande maggioranza dei casi?
Oggi senza una campagna fatta partendo da Google o YouTube (dove la gente staccando attivamente la soluzione a un problema o desiderio) invece che da Facebook o Instagram (dopo le persone stanno facendo totalmente altro mentre voi gli comparite davanti) non avrete praticamente nessuna possibilità di portare qualcuno nel vostro salone di Firenze , Milano Bari o qualsiasi altra città in cui residente.
Preferite comparire davanti a qualcuno che cerca “Ricostruzione capelli a Varese” con Google o a qualcuno che è su Facebook e nel mezzo della sua telenovela, durante la pubblicità prende in mano noiosamente il telefono per passare quel minuto e mezzo di annunci commenrciali che sono solo una seccatura per lui in quel momento).
Il problema è che Google è più difficile (ma neanche tanto) e che praticamente nessun salone oggi a un posto dove poi mandare quella persona per spiegargli che voi siete l’unica opzione possibile per la sua scelta.
Quando va bene il salone ha un sito generico dove si può prenotare un appuntamento o prendere informazioni sommarie con foto di modelle dai capelli bellissime dei vostri servizi che hanno lo stesso identico nome dei vostri colleghi (competitor) e i prodotti che nella vostra testa dovrebbero convincere la cliente che siete meglio di altri. E tutti gli altri saloni che usano lo stesso prodotto? Quale sarebbe la differenza con voi?
Oggi (ma anche ieri) senza un strategia di marketing di comunicazione, acquisizione dati, un sistema per contattare le persone che non hanno comprato quel giorno che hanno visto la vostra inserzione perchè semplicemente non erano pronti in quel momento sarà sempre più difficile portare qualcuno in salone attraverso il solo utilizzo dei social.
Ripetiamo, che questo non vuol dire che Facebook o Instagram non debbano essere utilizzati, ma partire acerbare nuovi clienti da loro per un salone parrucchiere oggi è la cosa più sbagliata da fare.
Ne parleremo ampiamente domani durante la MBA Parrucchierando a Milano
Dovete creare un Funnel (un percorso) dove queste persone possono diventare buoni clienti, definendo i mezzi che utilizzerete per attrarle ed educarle, definire chi in salone si occuperà di seguire la cosa e in quale ruolo, e l’esatto ordine in cui ognuno vada coinvolto.
Altrimenti, anche nel caso arrivi qualcuno in futuro vi farà le classiche obiezioni .. costa troppo.. pensavo che … quante volte ha suonato il telefono o siete stati contattati da persone che non erano in target? I cosiddetti lead non buoni?
Sarà sempre più difficile trasformare uno che clicca su un annuncio in un cliente buono senza un sistema.
Quello che (NON) fate nel vostro percorso di upselling o crosselling
Avete definito per esempio la vostra strategia con i clienti?
Vi lasciamo qui sotto il funnel base di Mc Donald per quando un cliente arriva
Il funnel da MC Donnald
Voglio un hamburger
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Vuoi anche le patatine… SI
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Allora ti conviene prendere il menu Coca Cola Lo vuoi … SI
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Lo sai che con un euro in più puoi avere il menu grande, lo vuoi? …. SI
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Se prendi la versione speciale c’è dentro anche il caffe e il gelato , lo vuoi? ….SI
Questo è il marketing, l’organizzazione dell’azienda non il solo annuncio.
E la stessa organizzazione se non l’avete nel vostro sistema di acquisizione clienti sul web, determinerà il fallimento degli annunci del vostro salone in futuro. Quegli stessi annunci che oggi zoppicano a funzionare
Questi problemi dovrebbero essere in cima alla lista delle cose da risolvere del titolare e non il nuovo sistema di colorazione che è certo importante ma secondario a tutto quanto sopra scritto, a meno che ovviamente tu non voglia essere solamente il tecnico o il dipendente del salone.
Il salone vero è quando c’è il titolare che crea un motore per acquisire i clienti e fa fare i soldi all’azienda. Non è perchè è bravo “fare i capelli”. Quello lo fa il reparto produttivo e anche se siete il capo del reparto produttivo.. siete sempre e “solo “un capo operaio e non il titolare che dovrebbe essere l’imprenditore!
Se vuoi saperne di più puoi inscriverti nel gruppo che non vogliono che i parrucchieri trovino
Parrucchierando On Demand